tag:blogger.com,1999:blog-39921419962516870912024-02-07T18:11:33.325-08:00Chilometro ZeroLuca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.comBlogger12125tag:blogger.com,1999:blog-3992141996251687091.post-11231899813320991312012-06-05T00:40:00.001-07:002012-06-05T00:40:56.849-07:00Il vostro collutorio contiene alcol?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4J0KsKBzGoDCyWHkK3t_sNC4i0Tpe2nkhTXwHrGwZQXivrdFfPfMEo-mS1J71qe5xM0GVouFn8-F44LHTkG1uWbP1k1tXIJ_lVjTN84nZ5cm48DqW7uD6LVQsn0hTTQSFU5JZmQhpWMGs/s1600/colluttorio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4J0KsKBzGoDCyWHkK3t_sNC4i0Tpe2nkhTXwHrGwZQXivrdFfPfMEo-mS1J71qe5xM0GVouFn8-F44LHTkG1uWbP1k1tXIJ_lVjTN84nZ5cm48DqW7uD6LVQsn0hTTQSFU5JZmQhpWMGs/s200/colluttorio.jpg" width="200" /></a></div>
La notizia risale a circa un anno fa, poco meno. L' Oral Cancer Prevention International con sede a New York ha eseguito delle ricerche per collegare la formazione del tumore al cavo orale all'alto contenuto alcolico dei colluttori, oltre che alla presenza di alcuni principi attivi. L'O.C.P.I ha infatti depositato una denuncia a carico della Johnson & Johnson perché pare abbia interferito, nella distribuzione di un test per rilevare eventuali cellule cancerose nel cavo orale. Pare, ma ovviamente si attende l'esito del processo, che non si volesse dare credibilità al legame tra colluttorio da loro prodotto e la malattia. <div>
L'O.C.P.I, infatti, ha firmato un contratto con la OraPharma e, sostiene l'accusa, in seguito a forti pressioni della Johnson & Johnson (produttrice di un famoso collutorio usato in tutto il mondo), sia stata ostacolata la messa in commercio di questo prodotto.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ma quello che interessa più strettamente i fruitori, coloro che utilizzano collutori, al di là della marca, è quanto possa esser pericolosa la presenza di alcol all'interno di questi prodotti. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
La fonte questa volta è il telegraph di cui l'articolo è in parte una traduzione: <a href="http://www.telegraph.co.uk/news/uknews/8728327/Listerine-maker-sued-over-cancer-test.html#">http://www.telegraph.co.uk/news/uknews/8728327/Listerine-maker-sued-over-cancer-test.html#</a></div>
<div>
<br /></div>Luca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3992141996251687091.post-46427508126197240002012-05-20T10:27:00.000-07:002012-05-20T10:29:57.334-07:00Perché la farina "00" fa male.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivTKmnMz_R30n6obWJm-VaSrd_av0wYYrTgoPAa-14wcpK8Ea5Qhowd7Hmtj6fIEx-uWXNSLD1hWyJD-l22A5MXgQjQa9oxMPRA9gXfU7m-5rs4JY7d6OMggxMs8O2OI8GpKYrh0L4O540/s1600/farina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivTKmnMz_R30n6obWJm-VaSrd_av0wYYrTgoPAa-14wcpK8Ea5Qhowd7Hmtj6fIEx-uWXNSLD1hWyJD-l22A5MXgQjQa9oxMPRA9gXfU7m-5rs4JY7d6OMggxMs8O2OI8GpKYrh0L4O540/s200/farina.jpg" width="200" /></a></div>
Spesso ci troviamo ad usare la farina "00". Forse molti di voi non sanno che in realtà un prodotto così raffinato ha notevoli effetti collaterali sull'uomo. Uno dei migliori articoli che ho trovato sul web che spiega il perché è questo apparso su GreenMe.it. Buona lettura: <br />
<br />
<br />
<br />
Questa farina – diffusissima nei supermercati e comunemente usata negli impieghi casalinghi - si ottiene attraverso la macinazione industriale del chicco di grano, che comporta l'eliminazione del germe (ovvero il cuore nutritivo del chicco, che contiene aminoacidi, acidi grassi, sali minerali, vitamine del gruppo B e vitamine E) e della crusca (la parte più esterna, particolarmente ricca di fibre). Tutto questo porta a un impoverimento della materia prima: da questa macinazione si ottiene infatti una farina raffinata, che si mantiene a lungo, ma risultaterribilmente depauperata e ricchissima di zuccheri.<br />
[<a href="http://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/7628-la-farina-00-e-dannosa-per-la-salute-ecco-perche" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px; text-align: justify;" target="_blank">Continua a leggere l'articolo cliccando qui</a>]Luca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3992141996251687091.post-47749357246349873892012-05-09T14:36:00.000-07:002012-05-09T14:37:16.623-07:00Che pasta mangiamo?Oggi ho deciso di parlare di pasta. E più precisamente della pasta italiana. Partendo da questo bellissimo servizio, realizzato da Lisa Iotti per Presa Diretta, si può capire precisamente il paradosso italiano dovuto all'importazione di grano straniero a scapito del grano italiano.
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/WfKPOOsU1M4" width="560"></iframe><br />
<br />
Ho avuto grandissima difficoltà a trovar scritto sui pacchi di pasta (di varie marche italiane) grano 100% italiano. Generamente è facile trovare scritto "ricetta italiana" o "da tradizione italiana" o altre scritte simili.
Da qualche mese, forse anche a causa di questo servizio di Presa Diretta, la coop ha deciso di investire su questo tipo di produzione su scala nazionale. Se siete a conoscenza di altre marche di pasta che producono da grano 100% italiano, avvisatemi che creo una lista di prodotti.
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsZGwZN_9ObOE2xV7cNHkHimqqOFnkeQ7lAdszXrGPhVYhoEPsVpjmm8XZcPuuB7NHpTLdUOFxSNJi1R2nuSnqFCwIOs48agu7FKStrunEtmfAkvykJ935OeK6ApflzA8-hmUDwHtGc2FO/s1600/pasta+coop.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsZGwZN_9ObOE2xV7cNHkHimqqOFnkeQ7lAdszXrGPhVYhoEPsVpjmm8XZcPuuB7NHpTLdUOFxSNJi1R2nuSnqFCwIOs48agu7FKStrunEtmfAkvykJ935OeK6ApflzA8-hmUDwHtGc2FO/s320/pasta+coop.jpg" width="229" /></a></div>
<br />
La puntata intera di presa diretta potete visualizzarla <a href="http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-9486082f-f08f-4608-a527-a24986c19fb5.html" target="_blank">cliccando qui</a><br />
<br />Luca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3992141996251687091.post-83958727380354442892012-05-01T02:07:00.000-07:002012-05-01T02:10:13.456-07:00Report ci racconta l'aspartame<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: left;">L'aspartame è ovunque. In quasi tutti i prodotti dolcificati. Dalla <a href="https://www.facebook.com/pages/Report/160634710642350">bacheca facebook di Report</a>: "Ufficialmente “solo l’1% dei consumatori ha denunciato effetti collaterali”. Ma l’aspartame è la sostanza più segnalata dai consumatori. La conferma arriva nel 1995, quando un’attivista americana richiede</span><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #333333; display: inline; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: left;"> l’elenco degli effetti collaterali arrivati alla FDA.<br />Le segnalazioni risultano essere più di settemila… I sintomi principali sono mal di testa, vertigini, problemi di equilibrio, alterazioni dell’umore, nausea, dolori addominali e crampi, problemi alla vista, diarrea e all’ottavo posto: crisi e convulsioni.</span>
<br />
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #333333; display: inline; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: left;"><br /></span><br />
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #333333; display: inline; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: left;">Il video della puntata.</span><br />
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #333333; display: inline; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: left;"><br /></span>
<iframe scrolling="no" src="http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ed0dc554-458b-4445-a2c4-c95f7e2c86b4.html?iframe" style="border: 0px; height: 100%; margin: 0px; padding: 0px; width: 100%;"></iframe>Luca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3992141996251687091.post-42680094840621287862012-04-27T01:22:00.000-07:002012-04-27T01:33:48.558-07:0010 aziende in 400 brandTrovata nel web, una mappa che riassume le partecipazioni di 10 aziende in 400 brand; dalle lamette da barba alle merendine. Buon Appetito.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2jBN_mUZuTVUUIqc4M6xBWmM6kDH7Nf8Wz0WDa2A-CNw9jPkhdqVbjLMspwHqT9iagT2ZEt-ZUknRfYgTxYvwi0fvCCkmdFzSTXKu00I2LHAnFrIJYT8BQeu6E-C2w76Rfu8XpkAejKlr/s1600/10+aziende+400+brand.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2jBN_mUZuTVUUIqc4M6xBWmM6kDH7Nf8Wz0WDa2A-CNw9jPkhdqVbjLMspwHqT9iagT2ZEt-ZUknRfYgTxYvwi0fvCCkmdFzSTXKu00I2LHAnFrIJYT8BQeu6E-C2w76Rfu8XpkAejKlr/s320/10+aziende+400+brand.jpg" width="320" /></a></div>
Luca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3992141996251687091.post-76638603728639533872012-04-26T02:52:00.002-07:002012-04-26T03:18:51.562-07:00Vandana Shiva sulla globalizzazione e l'uso degli OGMQuesta è un'intervista a Vandana Shiva che parla della globalizzazione in generale ed in particolare sulle conseguenze dell'utilizzo degli OGM e delle pratiche che hanno portato l'economia a renderli "fondamentali" per la produzione di cibo. Buona visione.<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/EkY0Fjgs78o" width="560"></iframe>Luca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3992141996251687091.post-38552076064049567902011-12-04T04:52:00.001-08:002011-12-04T06:55:20.881-08:00Greenpeace contro VolkswagenMolti di voi non se ne saranno accorti, ma Volkswagen sta facendo una lotta in Europa per evitare i tagli alle emissioni di CO2. Intanto gustatevi lo spot fatto da greenpeace, poi ne parlerò in maniera più approfondita.<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/aX3Qnyg5DOs" width="560"></iframe>Luca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3992141996251687091.post-44531841689047175832011-10-28T07:50:00.000-07:002011-10-28T08:13:52.912-07:00È solo una lampadina? Forse no.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXmXtjjvq6u-QIS7OC_7yjgddqQ6to3wRdngLma10qN0ZjwO44ec7PGATJ-4XGYCytbS-AXB7-kXvj654-Jz0g8devQ1-4yVKSaXBmmLr30qi7V3YlHLdZWY7Bx9hbhsSFBK4XnkDbSFD_/s1600/Lampadina+a+risparmio+energetico.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXmXtjjvq6u-QIS7OC_7yjgddqQ6to3wRdngLma10qN0ZjwO44ec7PGATJ-4XGYCytbS-AXB7-kXvj654-Jz0g8devQ1-4yVKSaXBmmLr30qi7V3YlHLdZWY7Bx9hbhsSFBK4XnkDbSFD_/s320/Lampadina+a+risparmio+energetico.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lampadina a risparmio energetico</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Oggi ho voglia di parlare di lampadine,
quelle che illuminano le nostre case d'inverno. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Iniziamo con lo
spiegare immediatamente come funzionano le lampadine ad
incandescenza: c'è un filamento di tungsteno che brucia, o almeno ci
prova, ma non trovando ossigeno nell'ampolla di vetro nella quale è
custodito riesce soltanto a produrre luce, sino a quando non si rompe
l'ampolla o il filamento. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questo è il semplicissimo meccanismo delle
comuni lampadine (a dire il vero nemmeno più tanto comuni, ma ne
parleremo dopo) che tutti considerano banale. Però forse non tutti
sanno che questo meccanismo permette di convertire l'energia che
arriva alla lampadina in questo modo: 5% in luce, 95% circa in
calore. Bene le nostre lampadine sono delle piccole stufe che hanno
anche il compito di illuminare e non viceversa.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Forse è il caso di cambiare
tecnologia, forse. E così un giorno qualcuno si è svegliato e si è
accorto di questa necessità inventando le lampadine a risparmio
energetico. Da settembre 2012 dovrebbero esser bandite dal commercio
(a causa di una legge europea) le lampadine di cui abbiamo parlato
perché il mondo va verso un consumo energetico classificato e c'è
la possibilità di sfruttare meglio l'energia che arriva nella
lampadina trasformandone in luce non solo il 5%. Come? Ci sono le
lampadine fluorescenti compatte. Come sono fatte queste nuove
lampadine che stanno lentamente, ma non poi troppo, invadendo il
mercato?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sono lampade a scarica elettrica con
dei gas/polveri all'interno. La scarica non può avvenire
direttamente a contatto con il gas/polvere perché altrimenti
brucerebbe di colpo. Il funzionamento lo trovate anche su <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Lampada_fluorescente">wikipedia</a>,
è abbastanza semplice, ma non è questo che ci interessa. Ciò che
ci interessa è capire la direzione che questa “nuova” tecnologia
sta prendendo.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Prima si producevano lampadine ad
altissimo consumo di elettricità, ma non nocive all'uomo. Ora,
invece, si producono lampadine con dei gas/polveri all'interno, quali?
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nella lampadina ci sono <i><b>polveri
trifosforo</b></i> (Denominazione generica di fosfori a tre bande
spettrali, nella zona del blu, del verde e del rosso, che, per
eccitazione con radiazioni ultraviolette, danno una luce che si
avvicina a quella bianca;), <i><b>mercurio e</b></i><i><b> ossigeno.</b></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
Non sono un chimico
e forse non ho nemmeno le competenze adatte per trarre delle
conclusioni. C'è anche la possibilità che qualcuna di queste
premesse sia sbagliata, però c'è qualcosa che non quadra nella
composizione di queste lampadine.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;">I
termometri a mercurio sono stati vietati dalla comunità europea,
perché il mercurio è nocivo e non può essere commercializzato. Il
fosforo è nocivo quanto il mercurio, </span>la dose letale media è
di 50 milligrammi (fonte wikipedia).
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><b>In più la riprova del fatto che
sia presente mercurio è data dal fatto che una lampadina non può
essere gettata tra i rifiuti normali, ma deve essere smaltita
attraverso un procedimento particolare e per questo restituita al
venditore. </b></i>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
Dunque abbiamo abbandonato delle lampadine non inquinanti, o comunque
in maniera minore, per introdurre delle lampadine che non possiamo
smaltire ma che consumano un po' meno? Quanto non sono riuscito
nemmeno a capirlo, dati abbastanza certi non ci sono (se qualcuno ha questi dati e vuole fornirmeli sarò felice di pubblicarli).</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
Le nuove
lampadine sono in commercio, quelle vecchie non più, e non saranno
smaltite in pochi anni dopo la loro rottura perché contengono
materiali che non siamo capaci di riciclare e in più se si rompono
liberano fosforo e mercurio.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
Non so che altra geniale invenzione ci si prospetta in questo campo,
ma se si rompe una lampadina in casa io apro la finestra e lascio la stanza e francamente vi consiglio di fare la stessa cosa. altre soluzioni non le abbiamo per difenderci da queste armi che ci stanno vendendo per illuminare le nostre stanze.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Luca Romano</b></div>Luca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3992141996251687091.post-66960918252003985032011-10-17T04:14:00.000-07:002011-10-17T04:32:29.848-07:00La lotta silenziosa delle fave<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9ZMMAUq69aEqOYnt6_0g45c_XuMUlFKGPc3rmzbjnKvbFqU8iTK3ctkdC9Lbl6eZJx1bTFht41pPtI1XRFsMTkvBQG4QrctKhfuP__nF9mCPhCzfu3RIrcKRupaPcjF5quykNoJjyrbLl/s1600/IMG_3778.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9ZMMAUq69aEqOYnt6_0g45c_XuMUlFKGPc3rmzbjnKvbFqU8iTK3ctkdC9Lbl6eZJx1bTFht41pPtI1XRFsMTkvBQG4QrctKhfuP__nF9mCPhCzfu3RIrcKRupaPcjF5quykNoJjyrbLl/s320/IMG_3778.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fave secche biologiche</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questo blog è nato con l'intento
d'esser un blog contro certe forme di globalizzazione. Contro sistemi
culturali che vengono imposti coattivamente e che vengono accettati
senza esser voluti. Ecco quindi che ho parlato dell'ikea, come stile
anonimo imposto alle masse, e l'acqua in bottiglia, un mercato che è
stato costruito per vendere bottiglie di plastica e non per vendere
acqua.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Oggi voglio parlarvi di un'altra cosa,
da un altro punto di vista.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Siamo arrivati al 17 ottobre, e tutti i
luoghi comuni ci portano verso le frasi come “l'estate è finita”,
“fa freddo non ci sono più le mezze stagioni” ecc ecc.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La mia idea di autunno e di ottobre,
invece, coincide con l'arrivo dei legumi. Dell'odore diffuso per la
casa dovuto alla loro lunga cottura, e dal calore, non solo a livello
di temperatura, che ti infondono.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Oggi voglio parlarvi della Vicia Faba,
comunemente detta fava. Da noi in Puglia è un piatto tipico, lo è
però anche in altre parti del mondo con altre forme di cottura e
altri condimenti. Però la fava ha qualcosa in più: non è un piatto
che può esser consumato come un panino, come delle patatine, non è
da fastfood.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La fava, qui da noi, ma anche altrove,
è un piatto slow. È lento perché, fortunatamente, ha un sapore
particolare e non è apprezzato da tutti, ed è proprio la
particolarità che rende le cose uniche. Ed è nel particolare che
risiede l'esser no-global di qualcosa. La fava non è un sapore
adatto a tutti e quindi non è buono per tutti. Chi sceglie di
mangiare le fave, lo sceglie e si siede a tavola, le gusta.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In Puglia, una volta, si
prendeva anche la fava secca contro i dolori di pancia o di stomaco.
Se ne prendeva una e la si metteva sotto la lingua, lasciandola
sciogliere per un bel po' di tempo. Era un rimedio naturale,
consigliato dai nonni, di quelle cose che non si fanno più. E la
cosa magnifica è che se chiedi a chi te ne parla, non ha la minima
idea del perché passi il mal di pancia, è così e basta. È questa
la tradizione, una fiducia dogmatica in ciò che il passato ti
insegna. Noi non ce ne facciamo più niente delle tradizioni, abbiamo
il maalox. Però la fava, come tante altre cose ovviamente, ha
segnato questa terra e l'ha resa particolare. Mangiare le fave, con
le cicorie magari, seduti a tavola con un pezzo di pane e del vino
(per chi lo apprezza) è qualcosa che lotta contro tutte le
multinazionali del cibo e non solo. Lotta contro la velocità e
contro le culture dominanti. Non è detto che sia un bene difendere
le culture locali, però qui da noi la fava è questo, anche. Anche
se non ci pensa nessuno. È una lotta silenziosa. Così come in
silenzio, ascoltando solo i rumori del cucchiaio o della forchetta
nel piatto, vanno mangiate. Buon appetito.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://www.facebook.com/pages/Luca-Romano/124122290952573?sk=wall">Luca Romano</a></div>Luca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3992141996251687091.post-92142417745677156852011-10-12T01:19:00.000-07:002011-10-12T01:30:51.616-07:00Perché consumiamo l'acqua in bottiglia?<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZdtjSriSNa3Hd0fMeUoFCTmXVYR3StlQRvXt3PTtHAvUCWHk4WciwLysUNz7o1xAQXlFELz5rRO4v37OGNCh8Y-cORauWt6dpHOy2sRf8bbJbUYzeXDblD4YukbQpLysykfCRMEFIefl6/s1600/bottiglia-plastica.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZdtjSriSNa3Hd0fMeUoFCTmXVYR3StlQRvXt3PTtHAvUCWHk4WciwLysUNz7o1xAQXlFELz5rRO4v37OGNCh8Y-cORauWt6dpHOy2sRf8bbJbUYzeXDblD4YukbQpLysykfCRMEFIefl6/s1600/bottiglia-plastica.jpg" /></a></div>
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Ognuno di noi prende una bottiglia in
mano, svita il tappo in plastica e versa il contenuto in un
bicchiere, a volte di vetro, a volte di plastica. Ognuno di noi,
spesso, nemmeno guarda scorrere quella sostanza trasparente dalla
bottiglia al bicchiere. L'acqua è necessaria a tutti gli esseri
viventi e per noi uomini occidentali è ormai ovvio ci sia, magari in
una bottiglia di plastica, magari sul nostro tavolo.
</div>
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Cosa in realtà ci nasconde quella
bottiglia così comoda? Calcoliamo per approssimazione. A me
immediatamente viene in mente la sua creazione.
</div>
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Le bottiglie comuni sono fatte in
<i><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Polietilene_tereftalato">Polietilene tereftalato</a></i>, comunemente detto PET. È una resina
termoplastica utilizzata comunemente non solo per le bottiglie ma
anche per altre plastiche ad uso alimentare e non. Consideriamo che
per produrre circa 25 bottiglie da 1,5 litri l'una serve un chilo di
questa plastica ricavata da 2 kg di petrolio e 17.5 litri d'acqua.
Per la fabbricazione di queste 25 bottiglie vengono emesse molte
sostanze non propriamente eco-sostenibili tra le quali 2,5 kg di
anidride carbonica.
</div>
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I dati sono più o meno questi, in ogni caso possiamo anche prenderli
approssimativamente, considerandoli in eccesso.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ma se ogni bottiglia è causa di tutto
questo trambusto, solo per la produzione, il suo trasporto quanto
inquinerà?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Consideriamo il trasporto dell'acqua
praticamente solo su autocarri, quindi su gomma, e facendo una
comunissima ricerca sul web ci accorgiamo che un autocarro consuma
circa 25 litri/100 km per trasportare più o meno 15 tonnellate di
bottiglie d'acqua. La produzione media di CO2 è di 25 grammi per
tonnellata/km.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per evitare di perderci in calcoli
consideriamo che gran parte dell'acqua che viene commercializzata in
Italia proviene dal nord e per esser venduta, qui a Bari, per
esempio, percorre circa 1000km<i> (anche questo dato è approssimativo
in difetto)</i> consideriamo quindi necessari 250 litri di gasolio per
trasportare 15 tonnellate di bottiglie.
</div>
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<br /></div>
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Ritornando alla nostra bottiglia, sul
nostro tavolo, così comoda e pratica, adesso possiamo guardarla con
sospetto. Ogni singola bottiglia da 1,5 litri costa, circa 30 forse 40 o 50 centesimi, e possiamo considerare che ognuno di questi centesimi spesi come causa di
emissioni di CO2 <i>(senza considerare il viaggio di ritorno
dell'autocarro vuoto, gli imballaggi del cestelli d'acqua, il
tragitto compiuto per portare le bottiglie vuote dalla fabbrica
all'imbottigliamento, e altri piccoli dettagli che tutti insieme
incidono sicuramente)</i> di consumo di gasolio e di spese di smaltimento
della bottiglia.
</div>
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<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sembra quasi che non ci stiano vendendo
l'acqua, ma la bottiglia. Sembra quasi che quei 50 centesimi
arrotondati per eccesso siano il prezzo che dobbiamo pagare per
produrre un rifiuto.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E sembra veramente incredibile che
aprendo il rubinetto e mettendoci il bicchiere sotto, o una caraffa,
tutto questo inquinamento viene automaticamente ridotto a 0. niente
più trasporto, niente più imbottigliamento, niente più lavorazione
della plastica, niente inquinamento. Sembra veramente incredibile
quanto sia semplice. </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<a href="https://www.facebook.com/pages/Luca-Romano/124122290952573">Luca Romano</a></div>
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<br /></div>
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*I dati riportati sono presi da internet (dati sui trasporti), da alcune riviste del WWF (dati sulla produzione e sul trasporto) e da altri siti dedicati all'argomento.</div>Luca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3992141996251687091.post-69784214787168888072011-10-07T06:49:00.000-07:002011-10-07T06:49:16.293-07:00Pasolini non ama l'ikea<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_Xc5b9ikwtvOROVsI_vlluoaRsPDpAHavIbh662oVcSb7waccFGnfGdSPJshbL6RuzoXMzyY-8C_ViqC9f9nrL4l0TVzIHvf998cYtT0pQwFwR437v54xw53rcB5K1aDOhZIaixFragVD/s1600/pasolini.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_Xc5b9ikwtvOROVsI_vlluoaRsPDpAHavIbh662oVcSb7waccFGnfGdSPJshbL6RuzoXMzyY-8C_ViqC9f9nrL4l0TVzIHvf998cYtT0pQwFwR437v54xw53rcB5K1aDOhZIaixFragVD/s1600/pasolini.jpg" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: 'Times New Roman';"><span style="font-style: normal;"><span>Tutti
in casa hanno un mobile ikea. Chi non ha una lampada o un tavolino.</span></span></span></span>
Molti ci vanno anche solo per passare il tempo, alcuni magari non ci
sono mai andati. Tutti quelli che ci vanno però dicono che le cose
costano poco e se le possono permettere tutti. Ti offrono un bel
tavolo, una bella sedia, un bell'armadio a pochi euro. Ed è tutto
vero. Della durata nessuno ne parla, perché tanto per quello che hai
speso, alla fine se si rompe ne puoi comprare un altro, magari
diverso e più bello. Bene io non contesto questo, questo non mi
interessa. Forse va bene o forse no, non lo so.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
Però un giorno
ho aperto le lettere luterane di Pasolini e ho letto a pagina 46
delle parole che dicevano così:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.25cm; orphans: 2; widows: 2;">
<i>I primi ricordi della vita sono ricordi visivi. La vita, nel
ricordo, diventa un film muto. Tutti noi abbiano nella mente
un'immagine, che è la prima, o tra le prime, della nostra vita.
Quell'immagine è un segno e, per l'esattezza, un segno linguistico.
Dunque, se è un segno linguistico, comunica o esprime qualcosa. Ti
faccio un esempio, Gennariello, che a te napoletano suonerà esotico.
La prima immagine della mia vita è una tenda bianca, trasparente,
che pende, credo immobile, da una finestra che dà su un vicolo
piuttosto triste e scuro. […] In quella tenda si riassume e prende
corpo tutto lo spirito della casa in cui sono nato. Era una casa
Borghese a Bologna. […] quegli oggetti (la tenda) sono, appunto,
dei segni linguistici […] La loro comunicazione era dunque
essenzialmente pedagogica. Essi mi insegnavano dove ero nato, in che
mondo vivevo e, sopratutto, come dovevo concepire la mia nascita e la
mia vita.*</i></div>
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<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
Quello che
vuole comunicare Pasolini consiste essenzialmente nella natura
pedagogica degli oggetti con i quali conviviamo. Non solo solo
corredo, non sono solo mezzi. Gli oggetti, i mobili, la tenda, sono
il nostro primo insegnamento. Un insegnamento precedente rispetto a
quello verbale. Un insegnamento al quale non possiamo esprimere
assolutamente alcuna opposizione, perché siamo ancora troppo
piccoli.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
Molti di noi
sono cresciuti in case povere, alcuni in case borghesi, come quella
di Pasolini magari, oggi i figli appena nati, o che nasceranno,
cresceranno in case con molti mobili ikea. Bene, e che male c'è?
Nessuno forse.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
Forse i mobili
ikea essendo buoni per tutte le persone di tutto il mondo sono
anonimi. Hanno nell'anonimato la loro peculiare caratteristica.
Saranno il primo impatto per coloro che nasceranno, saranno la tenda
che ha insegnato a Pasolini i valori borghesi, però non insegneranno
i valori borghesi, criticabili o meno, insegneranno l'anonimato,
l'esser adattabili, poco durevoli e buoni per tutti. Distruggeranno
le differenze e non permetteranno alle persone di strutturarsi in un
contesto unico.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
Ecco perché
forse non sempre un tavolino è necessario che sia bello e a basso
prezzo. Ecco perché forse a Pasolini non sarebbe piaciuta l'ikea.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://www.facebook.com/pages/Luca-Romano/124122290952573?sk=wall">Luca Romano</a></div>
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<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
* P.P.Pasolini, lettere luterane, garzanti 2010, pp 46-49</div>
Luca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3992141996251687091.post-73612093065041795432011-10-07T05:55:00.001-07:002011-10-07T06:28:21.845-07:00benvenutibenvenuti su chilometro Zero. Questo è il primo post, e quindi lo utilizzo solo per salutarvi e spiegarvi un po' cos'è chilometro Zero.<br />
Il progetto iniziale mi porterà a parlare della terra sulla quale viviamo. Delle insensatezze della globalizzazione. Del nostro modo di vivere. E di tutti i mondi possibili. Tutto qui? No, parlerò anche delle verdure di stagione, di bottiglie d'acqua, di silenzi e di pesci. Parlerò di tutto ciò che può esser a portata di mano.<br />
Forse non ho utilizzato le parole migliori per farvi capire cos'è chilometro Zero, però magari ogni singolo post riuscirà a farvi avvicinare a quello che ho in testa.Luca Romanohttp://www.blogger.com/profile/09421624879511962478noreply@blogger.com0